Il Corriere – The Mule, Clint Eastwood, 2018
E’ un fatto che al cinema, di questi ultimi tempi, i vecchietti arzilli e anche un po’ canaglie spopolano. Da Donald Sutherland amabilmente svanito in giro sul suo Leisure Seeker insieme alla deliziosa Hellen Mirren, a Robert Redford, ancora sexy a ottanta suonati … fino a un fuoriclasse come Clint Eastwood che si regala la regia e il ruolo principale di questo bellissimo, divertente e intelligente The Mule (il Corriere).
Earl ha fatto la guerra, è politicamente scorretto e chiama negri i negri. E quando gli fanno notare che loro non sono “negri” ma “neri”, così come lui è “bianco”, ha pure il coraggio di ribattere con un mezzo sorriso e la fronte corrugata “non è vero!”. E poi si dice anche contento di poter dar loro una mano! Risponde al “grazie, vecchio” di un gruppo di motocicliste lesbiche dicendo “Prego, lesbiche!”. Dimentica il matrimonio della figlia. Non ha grandi rapporti con la moglie che, infatti, in breve diventa “ex moglie” e quando si trova alle strette perché gli pignorano la casa ha la faccia tosta di presentarsi alla festa di fidanzamento della nipote facendole credere di esserci andato perché lo desiderava e non perché non sapeva più dove andare.
Eppure è adorabile.
E insospettabile.
Tanto che, proprio alla festa della nipote, conosce un ragazzo che, vistolo male in arnese e sentito che si vantava di non aver mai preso una multa in vita sua (pur avendo percorso centinaia di migliaia di miglia e coperto quarantuno Stati), gli fa un’offerta che non può rifiutare: guidare per conto di certi amici suoi in cambio di denaro. Molto denaro.
E Earl non se lo fa dire due volte.
Peccato che quegli amici facciano parte di un cartello messicano della droga e lui debba guidare per trasportare quintali di coca da una parte all’altra degli USA.
Sulle sue tracce un ambizioso poliziotto finito a Chicago con il solo obiettivo di andarsene quanto prima. E per farlo deve escogitare qualcosa di clamoroso.
Sullo sfondo scorre l’America. Quella profonda, vista in decine di film, fatta di motel tutti uguali, stazioni di servizio Chevron e lunghe strade che solcano il nulla di campi e cieli infiniti. Quella immortalata da Eggleston e Shore, per intenderci, quella delle immagini blues di Soth …
A noi non resta che chiederci come diavolo faccia un novantenne ad essere ancora quell’uomo dagli occhi di ghiaccio che abbiamo imparato a conoscere coi film di Sergio Leone.
La colonna sonora è una delle più belle e azzeccate mai sentite.
A proposito di Donald Sutherland, hai visto il suo splendido film “Il fuoco della giustizia”?
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Ciao wwayne e grazie per il tuo passaggio. Non ho visto quel film. Meritava? Sutherland è un grande attore
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Eccome se merita! Anche questo film è davvero da 10 e lode: https://wwayne.wordpress.com/2018/09/01/unatmosfera-perfetta/. Grazie per la risposta! 🙂
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Troverò il modo di guardarlo, allora. E grazie per la segnalazione anche dell’altro. Bello il post!
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Ricambio i complimenti: anche il tuo blog spacca, infatti mi sono iscritto. Grazie per la risposta! 🙂
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Clint è un maestro, non si può discutere.
A mio parere questo è il suo film migliore del decennio perchè attraversato da una emotività di rara delicatezza che rende il personaggio di Earl terribilmente umano. The Mule è una storia semplice che però aiuta a riflettere a guardare lontano: una boccata d’ossigeno pure.
PS: ne ho scritto anche io una recensione. Spero possa piacerti!!!!
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Grazie del passaggio! Hai ragione su tutta la linea. Molto bella anche la tua riflessione che ho letto con piacere. Buon tutto. Tere
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