Tito e gli alieni, Paola Randi, 2017
Sono particolarmente legata a questo film perché è stato presentato al TFF, il Torino (che è poi la mia città) Film Festival. E lo so, a volte sono provincialmente campanilista.
Una mamma in cielo già da un po’. Un papà meraviglioso, che parla con lei usando una vecchia fotografia come telefonino. Uno zio professore di fisica che vive in Nevada, dall’altra parte dell’Oceano Atlantico. Napoli. Questo l’universo di Anita, sedicenne troppo assennata per la sua età, e del piccolo Tito, ancora convinto della realtà dei sogni e della magia.
Poi anche il papà va via, perché la mamma lo ha chiamato. E i due piccoli vengono catapultati da quello zio speciale, che vive sì in Nevada, ma non certo a Las Vegas tra casinò, feste e donne bellissime. Nel deserto invece, e in solitudine (se si fa eccezione per Stella, la bella organizzatrice di matrimoni – “wedding planner” come piace dire oggi … – in stile film di fantascienza che gli porta la spesa e la posta), per seguire un segretissimo progetto governativo, alla ricerca degli alieni, che un generale intransigente vuole chiudere, perché non porta i risultati attesi.
E Tito si porta appresso anche la fotografia del papà, per parlare con lui, come con la mamma. L’ha staccata dalla lapide al cimitero….
Delicato e poetico. Profondo e leggero. Silente…
E pieno di vita, nonostante.
Il film (presentato al TFF 2018 – Torino Film Festival) è dedicato a Fausto Mesolella, autore della colonna sonora, scomparso durante le riprese.