illusioni perdute

Illusioni perdute, Xavier Giannoli, 2021

Trarre un film da un libro è sempre scomodo e complicato. La fatica si fa poi improba se a firmare il libro è stato quel mostro sacro di Balzac che, con la sua Comédie Humaine, ha osservato il suo tempo traendone insegnamenti che paiono vaticini da quanto ancora sono validi per il nostro presente.

E invece Giannoli col suo “Illusioni perdute” ci riesce, senza manierismi, senza sconti, senza semplificazioni.

La storia è quella tutto sommato semplice di Lucien (Benjamin Voisin), giovane provinciale innamorato delle buone lettere e di una baronessa sposata, che va a Parigi per seguire la baronessa e le lettere e perde entrambe, e pure a se stesso.

Vincent Lacoste, nei panni di Etienne Lousteau è un convincente giornalista cinico e arguto.

Meraviglioso cameo di Gerard Depardieu, editore onnipotente che non sa leggere e scrivere, in compenso è abilissimo nel far di conto.

L’ho visto in lingua originale, una malìa ascoltare le vere voci degli attori.

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