Al cinema! Solo cose belle. Kristian Gianfreda

Solo cose belle. Kristian Gianfreda, 2019

C’è una famiglia alternativa. Molto alternativa.
Con un papà serio e equilibrato. Che è alternativo perché era un tossico cui è stata data un’altra possibilità.
Con una mamma energica e positiva. Che è alternativa perché da giovane sposa ha ricevuto in dono un figlio handicappato.
Con un figlio handicappato. Che è alternativo perché si sente diverso per il fatto di essere Cinese.
Con un figlio allegro, biondo e pasticcione. Che è alternativo perché è l’unico figlio naturale della coppia.
Con un figlio che ama fare barchette e aeroplanini con qualsiasi foglio che assomigli alla carta. Che è alternativo perché è più vecchio di mamma e papà.
Con un altro figlio sognatore e un po’ fanfarone. Che è alternativo perché è uno scassinatore provetto.
Con un altro figlio ancora. Che è alternativo perché è nerissimo, è profugo, è sempre alla ricerca di un internet point e gira con un voluminoso borsone a tracolla, senza parlare una parola di Italiano, seminando il panico ovunque vada.
Con una figlia Russa. Che è alternativa perché era una puttana e non sa disossare il coniglio, ma vuole lavorare in macelleria, per dare un’altra opportunità a sé e alla sua bambina appena nata.

E poi … Poi c’è una famiglia normale, bella, pulita, ordinata. Con il papà che fa il sindaco.
Con la mamma che mantiene cordiali rapporti con tutti.
Con una figlia gentile e un po’ timida, che fa sport, va bene a scuola e non ha mai creato problemi.

E poi … Poi c’è l’Emilia Romagna, placida e ricca.
E c’è che questa placida ricchezza viene sconvolta dall’arrivo degli alternativi.
E poi ci sono le nonne, risorsa inarrestabile. E un prete quasi disilluso che ricorda che il vero significato della parola “condivisione” è “lasciarsi disturbare”.

E alla fine ci sono le cose cambiate per sempre. E alcune che tornano al loro posto.
E la sensazione di aver visto un film davvero bello, per poi scoprire che si tratta di una storia vera. Anzi dell’insieme di tante storie vere.

E in sottofondo la musica popolare, che oggi diremmo etnica, quella incalzante delle feste in cui si ballano il circolo circasso e la scottish, la bourrée e la curenta …

Solo che … Solo che … Dov’è finito Andrea?

 

 

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