Al cinema! Dolor y gloria. Pedro Almodóvar

Dolor y Gloria, Pedro Almodóvar, 2019

Salvador è un regista in crisi: depresso e fissato, trascorre le sue giornate fra medicinali per ogni genere di malattia e le opere d’arte di cui la sua casa museo straripa, unici compagni in grado di dargli sollievo dal male di vivere.

Le celebrazioni per l’anniversario dell’uscita del suo più celebre (e da lui rinnegato) film sono l’occasione per cercare di mettere nuovamente il naso fuori di casa e riallacciare quei rapporti umani

Quanto ci sia di Almodóvar in questo dolore che è fisico, ma nasce dall’anima, e in questa gloria che è amata e rifuggita a un tempo, è presto detto: tutto.

Con coraggio, una parola che deriva da cuore, non dimentichiamolo, e leggerezza e con l’ironia sottile che pervade ogni suo lavoro, il regista si racconta. L’omosessualità, l’ipocondria, la dipendenza dai farmaci, la depressione, il difficile rapporto con il successo, la morte mai superata della madre …

Ogni cosa è messa sul piatto, con delicatezza, senza sentimentalismi, né autocommiserazione, in questa danza delle cose perdute, dall’infanzia povera ma felice, alla creatività inarrestabile, passando per l’amore della vita.

Il cerchio si chiude quando finalmente Salvador ritrova se stesso bambino in un acquerello dipinto da un giovane imbianchino cui aveva insegnato a leggere e a scrivere.

Con Julieta Serrano e Penelope Cruz, le sue due attrici-musa, a fargli da madre e Antonio Banderas, fedelissimo alter ego, cui affidare il proprio sentire senza timore di venir frainteso. E in sottofondo la voce cristallina di mina a far da colonna sonora.