
Mi succede ogni volta che sono di fronte a una superficie riflettente. Una vetrina, il finestrino di un’auto. Mi succedeva quando lavoravo ancora e, a fine turno, con la faccia tirata e smunta dalla fatica, passavo davanti alle finestre del container che usavamo come mensa.
Mi sta succedendo anche adesso, qui, davanti allo specchio della mia camera.
Mi guardo e penso: “Sono davvero io quel vecchio lì?”.
Gli anni pesano. A tutti. Si perde potenza, si perde elasticità.
Ma io non sono mai stato un uomo forte.
Lo so, e comunque la mia immagine è lì a ricordarmelo.
Il corridore, Marco Olmo – Gaia De Pascale