The Party – Sally Potter, 2017
Commedia che si sviluppa attorno a una tragedia. Acida e very British, in cui niente è come sembra e tutto è come si vuole.
Un’autentica pièce teatrale, con tanto di convitato di pietra.
Alla sua festa (il titolo gioca sul doppio senso della parola “party”, che è insieme “festa” e “partito politico”) per la nomina a ministro della sanità del governo ombra britannico (e già questo la dice lunga sul tono della serata), Janet invita esclusivamente gli amici più intimi, quelli di più antica data.
Arrivano alla spicciolata in una serata tiepida che pare di primavera o di fine estate.
Ma la dolcezza del clima non accompagna la buona riuscita del party: Bill, il marito di Janet fa due rivelazioni, cui seguono quelle di tutti gli altri ospiti che si sentono autorizzati anche loro a parlare. E ciò che hanno da dire non piace a chi lo deve ascoltare.
Finale con sorpresa.
Il tutto condito con un b/n d’altri tempi, talmente ricco di tonalità, da far dimenticare il colore.
I titoli di coda scorrono su uno dei più amati tanghi di Osvaldo Pugliese, omaggio alla pasion tanguera di Potter