Tutti pazzi a Tel Aviv, Sameh Zoabi, 2018
In Israele la serie TV più amata è “Tel Aviv brucia”.
Appassiona indistintamente uomini e donne; Ebrei, Musulmani e Cristiani; civili e militari e … e …
E è un prodotto palestinese.
E quando una delle autrici se ne va tocca a Salam, imbranato assistente (in sostanza il ragazzo che fa le fotocopie – e nemmeno tanto bene – e porta i caffè), esperto di cultura ebraica, ma soprattutto nipote del produttore, sostituirla.
Quello che nessuno sa è che il giovanotto, per scrivere la trama, si avvale della consulenza dell’ufficiale che presiede al posto di blocco attraverso il quale deve passare ogni giorno per andare da Ramallah a Gerusalemme e ritorno.
In cambio di una vagonata di hummus, quello vero, non quello in scatola.
Rocambolescamente, tra una follia e l’altra, la serie si trasforma in una soap opera.
Gli affezionati spettatori non avrebbero potuto sopportare la fine tragica dei loro beniamini e i produttori la fine tragica di una gallina dalle uova d’oro!
Finale a sorpresissima, estremamente divertente.
Consigliato a tutti quelli che sanno che c’è sempre una via alternativa al muro contro muro.