
Questo è un film intelligente in cui si parla con leggerezza (che non significa superficialità) di argomenti seri e tutt’altro che leggeri.
Una coppia lesbica si sta per separare ma arriva una caduta per strada di una delle due donne a devastarle il gomito (e lei fa la disegnatrice …) e a cambiare tutte le prospettive.
Raphäelle (una Valeria Bruni Tedeschi a dir poco fantastica) viene portata in ambulanza al pronto soccorso di un ospedale pubblico proprio nel momento in cui per le strade di Parigi si sta scatenando la guerriglia urbana tra i gilet jaunes che rivendicano migliori condizioni (di lavoro, di salute, di vita … i Francesi hanno ben chiara la differenza tra sudditi e cittadini cosa che, ad esempio, a noi Italiani ancora sfugge) e la polizia. Quella notte in ospedale le garantisce un punto di vista privilegiato sulla vita non solo propria ma anche di chi le sta intorno e non condivide la sua stessa condizione sociale.
Nel pronto soccorso al collasso, (tra carenze varie – di personale medico e paramedico, di medicinali, di barelle, di garze e chi più ne ha più ne metta – e ricoveri sempre più incalzanti di “ammalati comuni” e di feriti negli scontri di piazza) si intrecciano le vite dei personaggi che ricordano la commedia umana raccontata da Balzac.