BUONGIORNO!

Robert Frank, The Americans, 1958

Quella strana sensazione in America quando il sole rovente picchia sulle strade e la musica arriva da un jukebox in lontananza o da un funerale nei pressi, ecco quello che Robert Frank ha catturato nelle sue straordinarie fotografie prese per strada in un viaggio (grazie alla Guggenheim Fellowship), su una vecchia auto usata, che ha coperto quarantotto Stati e con abilità, mistero, genio, tristezza e strani segreti dell’ombra ha fotografato scene mai viste prima su pellicola. Per questo è stato definito il più grande artista nel suo campo. Dopo aver visto queste immagini, alla fine concluderete di non saper più dire se è più triste un jukebox o una bara.

Kack Kerouac, prefazione a The Americans di Robert Frank

BUONGIORNO!

The Americans, Robert Frank, 1958

 

C’è ovviamente un altro genere di vitalità in The Americans: la vitalità dell’idioma con cui Frank vedeva il mondo. Era un modo di vedere che rivaleggiava col modo di scrivere dei Beats, uno stile che trasportava concretamente in forma visiva il ritmo del parlare quotidiano e del jazz. Era un idioma che trasformava la disperazione in un distaccato umorismo cosmico. Era uno stile che traeva un’energia stridente fuori dalla stupidità delle automobili, facciate dei negozi, insegne e gente privata dei diritti. Era una visione personale che trasformava un mondo impersonale in una divina commedia.

Gli Anni Cinquanta, l’America e gli Americani – Antologia di testi a cura di Bruno Boveri, Agorà editrice, 1997 – Jonathan Green, American Photography