La dissonanza nel bello.
La nota che esce dal coro e si fa strada in mezzo alle altre.
Quel piccolo difetto che rende più umana la bellezza, privandola della perfezione canonica,
per proiettarla oltre quello che ci si aspetta.
La sorpresa, l’inatteso, in sostanza.
L’estetica di richiamo.
La banalità della perfezione.
Il tramonto dai colori drammatici, la bonona mozzafiato,
il micetto tenero tenero tenero e l’altrettanto tenero tenero tenero suo padroncino …
Quello che fa dire a tutti “oooooh” e subito dopo si fa dimenticare,
cadendo nell’omogeneizzato della cultura imperante,
in cui tutto si confonde, affondando nella stessa melassa.
Grande coerenza.
Di portare avanti discorsi inusuali, impopolari, anche.
Di seguire la propria strada, nonostante tutto e tutti.
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