Da domani e fino al 30/04/2019 Phos, a Torino in via Vico 1, ospita la mostra di questo giovane fotografo che ha trascorso un periodo in Iraq.
Andato in un paese teoricamente in pace, nel 2014, un mese dopo il suo arrivo la città di Mosul cade in mano all’ISIS. Due giorni dopo il suo capo viene rapito dai miliziani.
Decide di restare, nonostante tutto, perché non può fare diversamente.
La Donna, la Luna, il Serpente è il resoconto di quei giorni, emozionante, fatto di una quotidianità in cui l’orrore e la gioia si mescolano imprevedibilmente. E se, a tutta prima, ci verrebbe di muovere un appunto per la frammentazione del racconto, che non segue uno schema, che non ha un’uniformità di stile – bianco e nero e colore si inseguono, così come i diversi formati utilizzati, in una stringa che si snoda a singhiozzo – rimanendo al cospetto delle immagini ci si rende conto che invece ha un senso questa spezzettatura, che meglio rende l’idea, rispetto a quanto non farebbe una corretta omogeneità, del coacervo di emozioni che hanno abitato l’autore in quei mesi convulsi.
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