La forma dell’acqua, Guillermo del Toro, 2017
Elisa è muta, ha un amico omosessuale, una collega nera e si innamora di un mostro.
Ci sono tutti gli ingredienti per una storia melensa sulle diversità (diversamente parlante, diversamente etero, diversamente bianco, diversamente umano …) e sul modo di superarle per vivere tutti felici e contenti.
Ma invece no. Del Toro racconta una fiaba che stravolge tutti i canoni e senza mai cadere nella melassa avvolgente dei buon i sentimenti.
E, da vero innamorato del cinema, lo fa citando a piene mani: dal Meraviglioso mondo di Amélie al Mostro della laguna nera, alla Fabbrica di cioccolato, passando per The Blob.
Poesia, delicatezza, grazia … il tutto accompagnato dalla colonna sonora, curata da Alexandre Desplat, con maniacale precisione, che definire meravigliosa è riduttivo.