
– Ti aspettavo-
E mentre pronuncia queste parole gli occhi della vecchia non sono più specchi ma fessure rosse puntate su di lui.
Neanche un sussurro da quella folla.
In quel buio fradicio di silenzio e di odore fetido, il piccolo si guarda intorno come a cercare qualcun altro.
– Sei tu – dice ancora quella voce grippata dal tempo. Tuttavia percepisce
che non è ostile.
Il sottofondo del timbro gli pare di conoscerlo, di averlo già sentito, così diverso da quello della sua mamma eppure familiare.
E’ così piccolo lui però … dove poteva aver registrato quel suono? In un sogno? O prima di nascere?
– Ho atteso a lungo questo giorno. Ho attraversato il fiume dei secoli per
poterti incontrare. Avvicinati. –
Ha paura, solleva lo sguardo verso la madre ma lei guarda una figura che si è staccata dalla marea umana.
Indistinta, quasi opalescente. E’ un uomo.