
Un film piacevole e garbato che, con divertito affetto, traccia un affresco della piccolissima borghesia inglese degli anni Sessanta del Novecento, tra istanze di normalità e la voglia di cambiamento e riscatto insieme al vento di una società più giusta.
E non crediamo che i conservatori siano i ricchi e i più poveri vogliano tutti essere progressisti.
Forse questa pellicola rappresenta la più precisa descrizione di che cosa significhi essere famas e cronopios, non tanto secondo Cortázar che li inventò, quanto secondo Calvino (Italo) che li studiò.