Questo libro è dedicato a me.
Perché l’ho scritto per curarmi dal male della tua assenza. Dalla tua distanza.
E poi è anche dedicato a te.
Perché è nato dai tuoi silenzi. Vuoti che avevo bisogno di riempire di parole. Perché mi facevano male, come fa male un dente, quando duole.
E tutte queste parole sono diventate un fiume. Una colonna di formiche in movimento incessante, andata e ritorno dal loro nido sotterraneo, portano viveri e scorte per l’inverno, accompagnate dal canto delle cicale, che stordisce.
E se le metto tutte in fila, parole e formiche e pensieri e desideri e silenzi e assenze coprono tutta la distanza e arrivano fino a te ma poi ritornano.