
Piccioni, con garbo e sottovoce, ci racconta una piccola storia sullo sfondo della Storia.
La storia di un reduce della Grande Guerra che dirige il ristorante che già fu del padre, che è un borghese ben inserito e che, anche se la possiede, non indossa la camicia nera.
La storia di Anna che è una giovane donna colta e volitiva che ha perso tutto a seguito delle leggi razziali e va a chiedere un posto di lavoro qualsivoglia, purché onesto, nel ristorante del reduce.
E poi lui è un uomo solo, stanco e disilluso e si innamora di lei che è una donna giovane e piena di vita, una di quelle che portano il sole ovunque vadano, con il solo sorriso.
E poi lei è ebrea ed è sposata ma si innamora di lui, nonostante le convenzioni e la guerra e mille problemi.
La storia piccola, dicevo, che però racconta come era quell’Italia, in cui continuava a pulsare un cuore, nonostante tutto.