
Tutti i precedenti crimini dell’Impero russo sono stati compiuti al riparo di un’ombra discreta. La deportazione di mezzo milione di Lituani, l’assassinio di centinaia di migliaia di Polacchi, la liquidazione dei Tatari di Crimea, tutto ciò è rimasto nella memoria senza documenti fotografici e quindi, in fondo, come qualcosa di indimostrabile che, prima o poi, sarà fatto passare per una mistificazione. Invece l’invasione della Cecoslovacchia del 1968 è stata fotografata e filmata e depositata negli archivi di tutto il mondo.
I fotografi e gli operatori cechi capirono che proprio loro potevano fare l’unica cosa che si potesse ancora fare: conservare per un lontano futuro l’immagine di una violenza.
Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell‘essere